Architettura e decorazioni pittoriche

La struttura architettonica di Villa Lante al Gianicolo rispecchia il modello delle ville medicee: di forma cubica, ha un tetto a piramide. L’influenza toscana è dovuta al fatto che a commissionarne la costruzione fu il toscano Baldassarre Turini, molto vicino alla famiglia de’ Medici e in particolare ai papi Leone X e Clemente VII. Secondo lo studioso finlandese Henrik Lilius, le proporzioni architettoniche della villa, che si è quasi interamente conservata nella forma originaria, fanno capo a modelli toscani.

Pienoismalli Villa Lantesta.
Modello in scala della Villa Lante.

Il progetto della villa è opera di Giulio Pippi de’ Jannuzzi, detto Romano, architetto e artista nato a Roma nel 1499. Romano era l’allievo prediletto di Raffaello e alla sua morte, nel 1520, ne ereditò la bottega. Baldassarre Turini, committente dei lavori di costruzione della villa, era un caro amico di Raffaello, e quando quest’ultimo morì, i lavori alla villa erano stati appena avviati.

Sebbene Giulio Romano si ispirasse alle costruzioni della classicità, la sua era un’interpretazione libera e personale. La facciata di Villa Lante omaggia il classicismo esibendo due ordini architettonici: dorico al primo piano, ionico al secondo. Nel contempo si notano dettagli che esulano dai dettami classici; per esempio, i fregi tra un piano e l’altro sono stilizzati in maniera non ortodossa, le colonne dei due piani non sono allineate in verticale una sull’altra ma risultano leggermente sfalsate, e l’aggiunta di volute a spirale tipiche delle colonne ioniche agli angoli superiori delle finestre non rientra nel paradigma classico. Secondo Christoph L. Frommel, questa rivisitazione degli ordini architettonici riflette lo stile di Giulio Romano, il suo estro libero dalle briglie del canone classico-normativo.

Piano nobile

L’ambiente centrale e più grande del piano nobile è costituito dal salone, che in origine era interamente decorato con affreschi e bassorilievi. In uno degli affreschi del soffitto, che raffigura il ritrovamento della tomba di Numa Pompilio sul Gianicolo, è visibile, sullo sfondo, la facciata di Villa Lante.

Fresco Numa Pompiliuksen hauta.
Il Ritrovamento della tomba di Numa Pompilio.

L’affresco, che oggi si trova a Palazzo Zuccari, è coevo alla costruzione della villa, e pertanto documenta tanto il colore originario delle pareti esterne quanto l’aspetto dell’ingresso originario. La scalinata esterna a due rampe che oggi conduce all’ingresso principale risale, invece, al Seicento.    

Le mura esterne dell’edificio sono state intonacate di bianco, mentre le paraste sono in stucco bianco, con basi e capitelli in peperino anch’essi originariamente ricoperti di stucco bianco.  

Sul lato orientale della villa, che dà verso il centro di Roma, è collocata la loggia, adorna di pilastri di marmo, da cui si gode uno splendido panorama della città. Alla loggia si accede dal salone.

Villa Lanten pääkerroksen pohjapiirros.
La pianta del piano nobile.

A ovest, ai due lati della rampa di scale che porta al vestibolo, ci sono due piccole stanze simmetriche, che oggi ospitano rispettivamente l’ufficio dell’Istituto e lo studio del direttore. Dalla rampa si accede anche a una terza stanza, un tempo presumibilmente utilizzata come biblioteca, il cui soffitto è decorato con i ritratti di poeti e artisti italiani; oggi vi ha sede la cancelleria dell’Ambasciata di Finlandia presso la Santa Sede. Le stanze sono disposte secondo uno schema asimmetrico, e anche la posizione della più importante, il salone, è asimmetrica rispetto all’asse principale dell’edificio. Le asimmetrie nella disposizione degli ambienti sono tipiche dello stile della progettazione di Giulio Romano.

I piani inferiori erano originariamente destinati alla cucina, alle dispense e alla stufetta, decorata con affreschi di cui resta solo la descrizione che ne fece Giorgio Vasari. I piani superiori erano evidentemente adibiti ad abitazione e sono oggi utilizzati per gli ospiti dell’Istituto.