Le stanze laterali

Le tre stanze laterali presentano una volta a specchio sapientemente affrescata a grottesche. I soggetti delle grottesche sono creature mitologiche o fantastiche ibride, nelle quali si fondono il mondo animale e quello vegetale.

Per le grottesche gli artisti della bottega di Raffaello presero spunto dalle “grotte”, ossia dagli edifici antichi sepolti e poi riportati alla luce tra i quali spiccava la Domus Aurea dell’imperatore Nerone, che fu scoperta proprio al tempo di Raffaello.

Tra le figure affrescate è facile distinguere il levriero, simbolo di Baldassarre Turini, e il leone – il Marzocco dei Medici. Sulla volta dell’ufficio dell’Istituto tre piccoli spazi rettangolari ospitano le rappresentazioni di tre famose storie d’amore dell’antichità: Amore e Psiche (a ovest e a sud), Bacco e Ariadne (a nord, con i simboli del dio, il delfino e l’elefante) e infine Orfeo ed Euridice (a est). Più difficile risulta l’interpretazione dei soggetti degli affreschi conservati nella stanza che ospita la cancelleria dell’Ambasciata di Finlandia presso la Santa Sede. Sembra che alcuni di essi siano puramente decorativi e quindi privi di significato simbolico; in altri, invece, in particolare in quelli a ovest e a nord e forse anche a est, è possibile ricostruire episodi della leggenda di Giasone e del vello d’oro: nella parte a nord, per esempio, ossia verso il salone, si può riconoscere Giasone che ara con i tori di Vulcano. Si distingue anche il ritratto di Raffaello, con un cavaliere accanto; è probabilmente Marco Curzio, il leggendario eroe che, per salvare la patria, si gettò in una voragine spalancatasi nel Foro Romano.

Lo studio del direttore è decorato con medaglioni nei quali sono raffigurate alcune famose donne dipinte da Raffaello: sul lato nord della volta, una versione stilizzata de La Velata, conservata a Palazzo Pitti; sul lato del salone, La Fornarina, la figlia del fornaio di Trastevere amata da Raffaello. A sud, invece, è ritratta La Gravida, il cui originale è custodito nella Galleria Palatina a Firenze. Sulla trabeazione della finestra che affaccia a ovest è riprodotta una delle Sibille dipinte nella Chiesa di Santa Maria della Pace. Per quanto non sia altrettanto palese, l’influsso di Raffaello è visibile anche nelle figure femminili dipinte nell’ufficio dell’Istituto. Particolarmente bello e degno di nota è l’affresco visibile sulla parete verso il vestibolo, che fu probabilmente realizzato sul modello del ritratto di Lucrezia Tornabuoni dipinto dal Ghirlandaio ed è conservato nella cappella Tornabuoni a Santa Maria Novella.

La stanza dove oggi ha sede la cancelleria dell’Ambasciata finlandese presso la Santa Sede è affrescata con i ritratti di famosi letterati fiorentini come Dante e Petrarca , Poliziano, poeta della corte medicea, e lo stesso Raffaello, la cui effigie è ripresa dal Doppio ritratto custodito al Museo del Louvre.

Lo studioso Henrik Lilius rinviene negli affreschi delle stanze laterali suggestioni tratte dall’Amorosa Visione del Boccaccio. Il poema narra di un giovane poeta che è guidato una donna bellissima in un castello immaginario, dove ammira gli affreschi di otto donne che gli sorridono benevolmente (le otto donne ritratte nelle stanze laterali di Villa Lante), i ritratti di Dante e di altri filosofi e lirici e alcune scene mitologiche. Anche se gli affreschi di Villa Lante non corrispondono esattamente alle visioni del protagonista del racconto boccaccesco, le analogie sono numerose.

Stemma sul soffitto.
Stemma di Marcello Lante.

Al centro di tutte le volte delle stanze laterali è stato aggiunto, all’inizio del Seicento, lo stemma di Marcello Lante, vescovo di Todi, con le tre aquile bianche che contraddistinguono i Lante. (Nella stanza che ospita l’Ambasciata presso la Santa Sede lo stemma non è più visibile).

Gli affreschi che abbellivano le volte subirono gravi danni nell’Ottocento, quando le suore della Congregazione che aveva acquistato la villa coprirono o addirittura distrussero le scene che ritenevano indecenti. Quelli che decoravano l’ufficio dell’Istituto e la cancelleria dell’Ambasciata di Finlandia presso la Santa Sede furono ritrovati solo nel corso dei lavori di restauro del 1974–1975.