Storia dell’Istituto

La Fondazione denominata Institutum Romanum Finlandiae, che gestisce l’Istituto finlandese di Roma, fu fondata a Helsinki il 4 novembre 1938 per iniziativa di un imprenditore-mecenate finlandese: Amos Anderson. La sede di Villa Lante al Gianicolo, invece, fu un’acquisizione inattesa, e successiva.

Dopo la guerra, l’incaricato d’affari finlandese presso la Santa Sede, Göran Stenius, rese nota al dottor Anderson la disponibilità del generale Demetrio Helbig a cedere a condizioni molto vantaggiose la residenza signorile di sua proprietà che ospitava la rappresentanza consolare finlandese. Si trattava di un edificio di grande pregio dal punto di vista storico-artistico, ma in cattive condizioni.

Nella primavera del 1950 Amos Anderson e il segretario della Fondazione, Torsten Steinby, andarono a Roma. Il 23 aprile 1950 Villa Lante fu acquistata grazie al sostegno finanziario di Amos Anderson e diventò una proprietà dello Stato finlandese nella disponibilità esclusiva della Fondazione. I lunghi e complessi lavori di restauro furono avviati subito, e l’Istituto fu finalmente inaugurato il 29 aprile 1954.

Villa Lante cominciò a ospitare ricercatori e artisti già prima della solenne cerimonia di inaugurazione, ma l’attività scientifica vera e propria ebbe inizio in un secondo momento; a ogni modo, fin dall’inizio l’intenzione era stata di organizzare tanto formazione scientifica quanto corsi di cultura generale, costituire gruppi di ricerca oltreché consentire a singoli borsisti di svolgere ricerche a Roma.

Il primo corso a Villa Lante al Gianicolo nel 1954. Nella foto gli studenti con il professore Edwin Linkomies. Foto: Päiviö Tommila.

Sotto la guida del primo direttore, Torsten Steinby (1908-1995), che esercitò il suo mandato dal 1953 al 1955, l’Istituto non era ancora pronto a organizzare corsi né a formare gruppi di ricerca. Furono l’allora rettore dell’Università di Helsinki e il presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione, Edwin Linkomies, a organizzare il corso più importante di quegli anni, che verteva su Roma nell’età di Augusto. Tra gli studenti delle facoltà di storia e di filologia classica che vi parteciparono, molti, come Iiro Kajanto e Päiviö Tommila, erano destinati a una brillante carriera nel mondo accademico finlandese.

Tra il 1956 e il 1959, con il secondo direttore, Henrik Zilliacus (1908-1992), l’Istituto diede impulso alle attività per le quali si sarebbe distinto nei decenni successivi: gli studi epigrafici. Zilliacus stesso tenne due lunghi corsi sul tema e costituì un gruppo di lavoro che esaminò tutte le epigrafi non ancora pubblicate della Galleria Lapidaria dei Musei Vaticani. Quegli studi produssero i due volumi della Sylloge inscriptionum christianarum veterum Musei Vaticani (pubblicati, come tutti gli studi svolti presso l’Istituto, nella collana Acta Instituti Romani Finlandiae) che contenevano, tra gli altri, anche le ampie ricerche di Iiro Kajanto e Henric Nordberg sull’onomastica delle iscrizioni cristiane.

Il successore di Zilliacus fu un esperto di latino volgare a livello mondiale, il professor Veikko Väänänen (1905-1997, direttore negli anni 1959-1962). Sotto la sua guida gli studenti analizzarono i graffiti del colle Palatino e pubblicarono il risultato della loro ricerca nei volumi dal titolo Graffiti del Palatino.

Una svolta importante nell’attività dell’Istituto si ebbe sotto la direzione del professor Jaakko Suolahti (1918-1987), uno storico: nel corso del suo mandato (1962–1965), l’Istituto intraprese lo studio dei bolli doliari. All’inizio le ricerche si concentrarono sulla schedatura scientifica dei bolli doliari della città di Ostia, pubblicata come Lateres signati ostienses, e in seguito si estesero a tutta l’industria della bollatura fiorita nei dintorni di Roma, alla quale si dedicò specialmente Eva Margareta Steinby. 

Professore di storia, oltre che numismatico di fama internazionale, era anche Patrick Bruun (1920-2007), che diresse l’Istituto tra il 1965 e il 1968. Il suo gruppo di ricerca affrontò la questione della romanizzazione degli etruschi, basandosi soprattutto sulla ricerca in campo artistico e glottologico.

Un secondo gruppo di ricerca del professor Veikko Väänänen (1968) raccolse e pubblicò, in collaborazione con i Musei Vaticani, le iscrizioni relative al periodo imperiale della necropoli dell’Autoparco della Città del Vaticano, lungo l’antica via Triumphalis. Successivamente, il gruppo guidato dal latinista Tuomo Pekkanen (direttore negli anni 1970-1972) si interessò alle menzioni dei finni e delle tribù ugrofinniche contenute nelle fonti testuali antiche.

Dal 1972 al 1976 a dirigere l’Istituto fu Henrik Lilius, storico dell’arte specializzato nell’arte rinascimentale. Il professor Lilius sorvegliò i lavori di restauro di Villa Lante e scrisse un’opera molto accurata sulla struttura architettonica e sui dipinti dell’edificio gianicolense. Oggetto di studio del suo gruppo furono le “stufette”, ossia le sale da bagno rinascimentali. Con il suo successore Heikki Solin, epigrafista e studioso di onomastica di fama internazionale, il gruppo si dedicò alla branca tradizionale dell’Istituto, approfondendo la storia del Latium basandosi innanzitutto sulle epigrafi. 

Negli anni Settanta l’attività di ricerca dell’Istituto si ampliò: oltre agli studi condotti dal direttore e dal suo gruppo di ricerca, furono costituiti altri gruppi destinati soprattutto a collaborare a grandi progetti archeologici. Inizialmente, a partire dal 1976, i ricercatori finlandesi, insieme a colleghi degli altri paesi nordici, si occuparono degli scavi dell’antico insediamento di Ficana, nella zona di Ostia. Alcuni tra gli archeologi per i quali quella era stata la prima esperienza di scavo nel campo dell’antichità classica parteciparono in seguito al grande progetto di Eva Margareta Steinby, che diresse l’Istituto dal 1979 al 1982, sulla storia del Lacus Iuturnae, la fonte sacra del Foro romano. Il progetto non riguardava solo gli studi archeologici, abbracciava anche l’analisi di una vasta tradizione scritta e di fonti storiche. Il progetto Lacus Iuturnae e lo studio sui bolli doliari sono le iniziative di più ampia portata e di maggior risonanza nella storia dell’attività scientifica dell’Istituto.

Negli anni 1982-1985 l’Istituto fu diretto dal primo professore di storia della cultura dell’Università di Turku, Veikko Litzen (1933-2011), interessato alla svolta culturale della tarda antichità. Il suo successore Unto Paananen, professore di studi dell’antichità presso l’Università di Oulu, invece, esaminò con i suoi studenti le lotte di classe nella Roma repubblicana.  

Con Anne Helttula, ossia dal 1989 al 1992, si tornò alla ricerca epigrafica. Il suo gruppo di ricerca pubblicò e commentò le iscrizioni di età imperiale della necropoli di Portus o dell’Isola Sacra. Durante il suo secondo mandato, dal 1992 al 1994, Eva Margareta Steinby intraprese lo studio degli aspetti politico-ideologici e sociali dell’edilizia romana, ma prima che potesse mettere insieme un vero e proprio gruppo di ricerca le fu offerta una cattedra all’Università di Oxford.

Päivi Setälä (1943-2014, direttrice negli anni 1994-1997) si interessò con i suoi studenti al tema “donne, ricchezza e potere nella Roma imperiale”, che affrontò confrontando la situazione patrimoniale delle donne con quella degli uomini e indagando i modi in cui le donne gestivano i propri averi. 

Tra il 1998 e il 2002 gli archeologi finlandesi hanno collaborato con gli altri istituti di cultura nordici ai lavori di scavo in riva al lago di Nemi, che hanno portato alla luce l’imponente villa imperiale chiamata villa di Cesare o villa di Caligola. L’Istituto ha collaborato anche ad altri progetti archeologici, tra i quali il cantiere dell’antica Crustumerium, oggi Parco archeologico, negli anni 2004-2008.

Christer Bruun, professore di storia romana presso l’Università di Toronto, direttore dell’Istituto dal 1997 al 2000, studiò la gestione delle risorse idriche di Roma nell’antichità, ma, a causa dei lavori di ristrutturazione e del conseguente periodo di chiusura della villa al Gianicolo, non poté costituire l’ormai tradizionale gruppo di ricerca. Christian Krötzl, che gli succedette, fu il primo medievalista a ricoprire quella carica. L’argomento che predilesse fu la comunicazione e le sue molteplici sfaccettature a Roma in epoca medievale.

Epigrafista, poi professore di lingua e letteratura greca, Mika Kajava analizzò (2003-2006), insieme al suo gruppo di ricerca, gli oracoli e la consultazione degli oracoli in età ellenistica e romana. Invece lo storico Kaj Sandberg, direttore negli anni 2006-2009, affrontò il tema dello sviluppo del sistema politico romano nell’età repubblicana. 

Tra il 2009 e il 2013, sotto la guida di Katariina Mustakallio, sono stati pubblicati studi sull’infanzia, la giovinezza e la religione nel mondo antico e medievale. A lei è subentrato Tuomas Heikkilä, medievalista, il quale è stato direttore fino al 2017 e ha eletto a oggetto della ricerca i calendari medievali, la percezione e la misurazione del tempo.

Tra il 2013 e il 2015 l’Istituto ha anche realizzato, in collaborazione con il Museo archeologico di Naxos e l’Istituto finlandese di Atene, un progetto presso l’antica colonia greca di Naxos in Sicilia.

Arja Karivieri, professoressa di antichità classica presso l’Università di Stoccolma, ha organizzato durante il suo mandato (2017-2021) una grande mostra su Ostia antica nella città di Tampere, e in quel contesto ha presentato una pubblicazione scientifica frutto di approfonditi studi sull’argomento. Il suo gruppo di ricerca si è concentrato sulle fasi di sviluppo di Ostia e di Portus dalla tarda antichità all’alto medioevo. Dal 2021 l’Istituto è diretto da Ria Berg, che ha indirizzato la ricerca sul rapporto degli antichi romani con la natura.  

I lavori dei gruppi di ricerca non sono le uniche iniziative scientifiche promosse dall’Istituto: molti sono gli studi compiuti da singoli ricercatori o ricercatrici ospitati in sede. Oltre a quella del direttore, le posizioni più importanti e di maggior durata sono riservate ai borsisti della Fondazione Wihuri (dal 1965) e al vicedirettore (dal 1973); dal 2009 l’incarico di vicedirettore è riservato a un ricercatore che svolge attività postdottorale. Diverse tesi dottorali elaborate primariamente a Villa Lante sono state pubblicate negli atti dell’Istituto.

Anche la promozione delle arti, in particolare delle arti visive, è una missione dell’Istituto fin dalla sua fondazione. A tal fine, nel piano seminterrato fu costruito, grazie alla donazione di una mecenate della cultura, Rakel Wihuri, un atelier, inaugurato nel 1966. Da allora decine di finlandesi, soprattutto artisti, hanno avuto l’opportunità di utilizzarlo per lavorare alle loro creazioni immergendosi in un paesaggio assolutamente unico.