La Famiglia Lante

stemma Lante
Lo stemma di Marcello Lante

I Lante erano originariamente una famiglia di mercanti pisani. Gerardo Lante acquistò dei terreni coltivati a vigneti sul Gianicolo, ma il primo che si stabilì a Roma fu suo figlio Michele, il quale cedette parte della proprietà paterna a Baldassarre Turini. Nel 1551 gli eredi di Michele Lante acquistarono la villa e il terreno circostante dal nipote di Turini, che a sua volta l’aveva ereditata dallo zio paterno.

Michele entrò a far parte della nobiltà romana sposando Antonina Astalli. Suo nipote Marc’Antonio fuse la famiglia Lante con i Della Rovere, casata che aveva espresso papi e ottenuto il ducato di Urbino. I Lante, invece, ottennero il titolo di duchi di Bomarzo.

I Lante avevano ricoperto alte cariche ecclesiastiche fin dal Seicento. Il prelato più importante fu forse Marcello Lante, vescovo di Todi, il cui stemma è ancora visibile nell’ufficio di Villa Lante e sul soffitto dello studio del direttore: il suo nome fu tra quelli dei cardinali candidati al soglio pontificio nel conclave del 1623. Con il matrimonio della sorella di Marcello con il fratello di Paolo V, della nobile famiglia dei Borghese, la famiglia Lante si era assicurata in breve tempo un posto nell’empireo della nobiltà romana. Sappiamo poco della storia della villa nei due secoli e mezzo durante i quali essa appartenne alla famiglia Lante. È noto che i Lante non la elessero a loro residenza abituale, perché possedevano un palazzo nel centro di Roma, a Piazza Sant’Eustachio. Secondo le fonti storiche, il giardino che circondava la villa si estendeva per circa nove ettari, dal giardino del convento di Sant’Onofrio fino a Porta S. Pancrazio, e andò in parte distrutto nei primi anni Quaranta del Seicento, quando papa Urbano VIII fece edificare le Mura Gianicolensi per fortificare la zona. Come risarcimento per la perdita dei terreni, la famiglia Lante ottenne la splendida villa di Bagnaia nei pressi di Viterbo, famosa per il parco e le fontane.